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1984 VI° Congresso Nazionale della Società Italiana di Patologia Vascolare

Discorso inaugurale del Prof. Giuseppe Maria Andreozzi

Magnifico Rettore,

Illustre Signor Preside, Signor Presidente della Società di Patologia Vascolare, gentili Colleghe e Colleghi, cari Studenti,

innanzi tutto un caloroso benvenuto a tutti gli intervenuti a questa cerimonia inaugurale e a tutti i partecipanti a questo congresso.

Il mio intervento sarà brevissimo, nel pieno rispetto del cerimoniale della nostra Società che vuole l’apertura del congresso con l’allocuzione inaugurale ufficiale del signor Presidente.

Un breve intervento per ringraziare il Consiglio Direttivo di aver assegnato alla Cattedra di Angiologia di Catania l’onore e l’onere di questo 6° Congresso Nazionale, che sancisce, da parte dell’Angiologia italiana, la validità scientifica dell’Angiologia Catanese e conforta gli sforzi che da anni sosteniamo con l’obiettivo di poter realizzare anche in questa regione una qualificata assistenza al malato vasculopatico.

Sono molto lieto che questo Congresso si tenga a Catania in coincidenza con il 550° anno accademico del Siculorum Gymnasium, coincidenza molto significativa che riallaccia le antiche glorie di questa “inclita et perclara urbs” con l’impegno attuale di chi crede nelle forze sane di questa città e dell’isola di cui fa parte;

di chi rifiuta gli stereotipi di inferiorità che da più parti ci vengono attaccati addosso;

di chi lotta quotidianamente, anche travalicando i confini del proprio impegno specifico di lavoro, ma mai dimenticando di essere uomo;

di chi lotta, dicevo, contro le forze ormai non più tanto oscure che dall’interno minano la nostra esistenza civile,

e contro quelle, altrettanto gravi, che dall’esterno, come fedeli fiancheggiatori, rendono un servizio alle prime, abbandonandosi ai deliranti graffiti di Forza Etna.

Un grazie molto particolare sento di dover rivolgere ad uno dei grandi Maestri della nostra Facoltà, Giovanni Maria Rasario che, impossibilitato ad essere presente per motivi di salute, mi ha fatto giungere una lettera ed un telegramma, dalle sue Alpi, piene di incoraggiamenti e di paterna soddisfazione.

Un benvenuto al Prof. Balas e al Dott. Pagratis, ed alle loro gentili consorti, che dall’inclita Atene sono venuti a questa Polis della Magna Graecia.

Un pensiero ed un augurio a Jean François Merlen, che desiderava tanto venire a Catania, e che purtroppo non ha potuto, anch’egli per motivi di salute.

E dopo i ringraziamenti, le scuse; le scuse a voi tutti, a nome mio e del Comitato Organizzatore, per le sicure lacune che l’organizzazione presenterà, nonostante l’impegno da noi profuso affinché non ve ne fossero.

Infine, prima di lasciare la parola la nostro Presidente, mi sia consentito qui, pubblicamente, ringraziare tutti i medici della sezione angiologica del nostro Istituto, non tanto per la collaborazione, quanto, e soprattutto, per avermi violentemente incitato a continuare, quando, dopo la tragedia che lo scorso gennaio ha colpito la mia famiglia, sono stato lì lì per mollare tutto.

Grazie di cuore, ragazzi!

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